seguici anche su


Donato Politica

Geopolitica e Futuro Europeo in “Ucraina”di Fabrizio Bertot e Antonio Parisi

27 maggio 2019

Torino – In antico slavo il termine Ucraina ha diversi significati, ma tra questi c’é anche quello di “confine”. Basterebbe questo semplice termine per spiegare le tensioni internazionali che hanno trascinato questo Paese in una guerra (che si combatte nelle regioni del Donbass e di Lugansk dal 6 aprile 2014) che mette in gioco interessi economici e geopolitici a livello globale. Una possibile spiegazione delle ragioni che hanno trascinato l’Ucraina in una vera e propria guerra civile (che si combatte nel silenzio di quasi tutti i media europei) e ad una annessione russa della Crimea si possono trovare in “Ucraina”, libro scritto a quattro mani dall’ex europarlamentare Fabrizioe Bertot e dal giornalista Antonio Parisi per la casa editrice Historica.

Il libro, accurato nella sua ricerca delle motivazioni storiche di una guerra e di un conflitto geopolitico che coinvolge le principali potenze mondiali (soprattutto Stati Uniti e Russia), é arricchito da una sezione storica relativa ai rapporti, sempre strettissimi, fra la Russia e l’Ucraina, molto spesso unite (soprattutto per quanto riguarda la parte orientale di quest’ultima) e altrettanto spesso divise da accordi e guerre fra le grandi potenze europee. La sezione più lunga del testo, tuttavia, é dedicata alla storia recente dell’Ucraina, a partire dalla dissoluzione dell’Urss, momento storico epocale che ha segnato, in Ucraina, il risorgere di una tendenza più “europeista”, particolarmente diffusa nelle regioni occidentali del Paese, a forte presenza cattolica e con un passato nell’Impero Austro-Ungarico.

“Ucraina” prosegue, poi, con il racconto delle manifestazioni di piazza che hanno scatenato l’esclation di violenza nel Paes e con il racconto delle trattative diplomatiche che hanno cercato di porre fine al conflitto, con l’Unione Europea troppo spesso spettatore di una contesa in cui, a livello diplomatico, avrebbe avuto il dovere di porsi come mediatore (l’Ucraina aveva richiesto un accordo di collaborazione con l’Ue), ruolo lasciato fin da subito alla Russia e al suo confronto geopolitico con gli Stati Uniti. Una fotografia impietosa, dunque, dello “stato di salute” della diplomazia europea, ma anche un prezioso spunto sulle prospettive di crescita che avrebbero i Paesi dell’Ue con un rafforzamento della loro politica estera comune.

Grazie anche al lavoro giornalistico di Antonio Parisi, dunque, Fabrizio Bertot riesce a raccontare con precisione eventi che hanno riguardato la sua attività di parlamentare europeo, presentando anche alcuni retroscena relativi al funzionamento della diplomazia a livello globale. Importante, inoltre, é anche ricordare che l’Ucraina resta un Paese geograficamente europeo in cui si sta combattendo una guerra le cui atrocità non dovrebbero essere dimenticate dall’opinione pubblica del mondo occidentale. Luigi M. D’Auria