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Donato Politica

Giusi La Ganga racconta una Politica Capace

26 ottobre 2020

Torino – Si é spento a 72 anni, una delle colonne portanti del Partito Socialista piemontese e nazionale. Deputato per quindici anni e delgato agli Enti Locali nella segreteria di Bettino Craxi, La Ganga rappresenta il prototipo dei politici della “Prima Repubblica”: corrotti e machiavellici secondo i detrattori, capaci e determinati secondo i sostenitori. Di certo la determinazione non mancava a questo figlio di immigrati messinesi, folgorato dalla politica già al Liceo (il D’Azeglio, come diceva con orgoglio) e segretario regionale a soli 28 anni, vero e proprio deus ex machina del Pentapartito torinese negli anni Ottanta (diversi cronisti riportavano le sue sfuriate contro membri della sinistra del Psi nelle stanze e scale di Palazzo Civico).

La Ganga, che si é spento venerdì 23 ottobre dopo una lunga malattia, lascia come suo testamento politico anche un bel libro, pubblicato appena lo scorso settembre da Rubettino: “I Socialisti e l’Italia. Una grande storia”. In questa conversazione con Salvatore Vullo (che presenterà con la Fondazione Amendola in diretta streaming il prossimo 30 ottobre), La Ganga ripercorre la storia politica del Partito Socialista e della “Prima Repubblica”, attingendo molto alle proprie esperienze e ricordi.

Con un misto di nostalgia e di grande lucidità, La Ganga offre il suo personale affresco su un periodo storico che sta finalmente uscendo da anni di oblio (giustificati da ragioni ideologiche) per entrare in una dimensione di ricerca storica a tutti gli effetti. Ricercare storicamente non vuol dire giustificare le colpe della classe politica di quel tempo (che politici come lo stesso La Ganga hanno ammesso), ma inserirle in un corretto quadro di valutazione, “pesandole” insieme ai meriti delle stesse figure politiche. Il laboratorio di posizioni e idee di un’intero decennio (nelle pieghe del dialogo ci sono anche giudizi su politici locali e nazionali degli altri principali partiti dell’epoca) meritano di essere recuperate, dunque, non per semplice passatismo, ma per un’attenta valutazione. Giusi La Ganga, che alla fine degli anni Novanta era rientrato nell’agone politico, lascia un vuoto difficile da colmare per tutti i socialisti torinesi, che lo ricordano con affetto. Luigi M. D’Auria