seguici anche su


Editoriale

Da NovantA arriva anche un pezzo di Colli della Daunia

26 febbraio 2021

 

 

Torino – Tra le giovani realtà della panificazione e della pasticceria torinese, NovantA é una delle più moderne e interessanti. NovantA come il numero civico di Corso Duca degli Abruzzi dove, nel 2015, é nato il primo punto di vendita e panificazione. Negli ultimi mesi, però, é iniziata una campagna di espansione (senza dimenticare la qualità) che ha portato alla nascita di una gastronomia in Corso De Gasperi (nel cuore del quartiere della Crocetta) e di un’altra panetteria in Largo Racconigi.

Una squadra giovane e affiatata é uno dei segreti della crescita del marchio. Mirco Tornabene, nato come autodidatta della pasticceria e della panificazione e diventato un artigiano a tutto tondo con formazione e competenza. Ad affiancarlo, la sorella Miriana in sala e al bancone, il cuoco Stefano alla gastronomia, oltre a Carlo alla panificazione. Puntare sui prodotti per crescere é uno degli obiettivi di NovantA.

A partire dalla panificazione, la rosa dei prodotti si é espansa sia tra le materie prime che fra i settori produttivi diversi. Alle farine tradizionali si é affiancata una piccola produzione di focaccia di Grano Arso con farina AgriGio, una chicca d’eccellenza ancora poco conosciuta fuori dai Monti e dai Colli della Daunia. Nelle prossime settimane, ci saranno anche fari puntati sulle colombe pasquali, realizzate dopo una lunga lievitazione naturale, con farine biologiche e mandorle di Mezzana della Terra. Anche la gastronomia, di cui era prevista la definitiva inaugurazione a ottobre ma che in parte é già operativa, attende una riapertura consistente nel tempo per puntare su prodotti di qualità, aperitivi e magari anche su pranzi di qualità nel fine settimana. Le potenzialità ci sono e Mirco Tornabene e i suoi sono semplicemente in cerca della giusta opportunità.

Al netto di una situazione ovviamente difficile, dunque, NovantA ha tutte le carte in regola per diventare un luogo del cibo d’eccellenza torinese. Si tratta di una sfida da raccogliere, senza inseguire le grandi quantità, ma finalizzando un progetto basato su competenze e qualità. Donato D’Auria